«Domine, quo vadis? Signore, dove vai? e … cosa chiedi alla Chiesa oggi?»

di don Carlo Vassalli*

«Domine, quo vadis? Signore, dove vai?» L’eco di questa domanda ha accompagnato il convegno nazionale italiano di Pastorale Giovanile (PG) che si è tenuto negli scorsi giorni a Roma. Uno sguardo ampio che nel nostro piccolo Ticino non possiamo trascurare. Le Alpi ci uniscono con il resto della Svizzera, ma a livello di cultura religiosa, di fede, di «praticità» possiamo dire che siamo più vicini alla cultura lombarda e italiana rispetto ai nostri connazionali, che vivono pure una Chiesa forse più di «frontiera» con i nostri fratelli nella fede riformati.
Quattro parole ci hanno accompagnato: comunità, cura, adultità e comunione. È stato proprio bello vedere come in diverse parti d’Italia e in una realtà forse apparentemente diversa dalla nostra, ci siamo ritrovati Chiesa Cattolica / Universale accanto alle difficoltà, ma pure alle ricchezze di esperienze che diventano veramente belle, perché caratteristiche del tempo e del cammino che ogni Chiesa locale sta vivendo al suo piccolo interno. Anche noi, come diocesi di Lugano siamo in cammino come Chiesa e come PG, cercando di approfondire l’aspetto della «Comunità» vivendo momenti concreti anche di residenzialità e appuntamenti durante l’anno, della «Cura» del prossimo, in particolare del giovane, perché possa crescere con le proprie forze nella vita e nella fede. Lo scopo è portare questi giovani a scoprire la vera e propria «Adultità»: siamo in una società dove non è semplice essere adulti, prendersi le proprie responsabilità, essere testimoni credibili e quindi ci «rifugiamo» in una regressione giovanile che è protezione e comodità. Infine, il tema della «Comunione». Comunione nella Chiesa, come scritto poc’anzi, dove troviamo un confronto bello e arricchente, ma pure Comunione nelle nostre Chiese e nella nostra Diocesi.
Parafrasiamo pure la domanda del convegno dicendo «Chiesa – Giovane, dove vai?». Siamo capaci come Comunità di rispondere a questa semplice domanda?
Ecco forse il dono-ricordo che mi porto a casa da questo convengo. Sicuramente la bellezza dell’incontro con tanti appassionati di Gesù e tanti occhi rivolti al mondo giovanile, ma in particolar modo questa «Speranza»: come Chiesa dobbiamo imparare a vivere la Comunione, a non lavorare per il nostro piccolo progetto o oratorio, guardare solo il campanile del territorio o dell’associazionismo, ma metterci al tavolo, parlare, confrontarci, creare dialogo e strade che portino veramente tutti a Gesù. Ognuno seguirà il proprio sentiero, ma l’importante sarà quella meta che per tutti noi è una Persona.
Concludo proprio guardando al futuro come PG, in particolare guardando al Giubileo del 2025. Proprio – come da tradizione – per la festa dell’Ascensione, papa Francesco ci ha invitato a guardare al 2025. Come giovani cammineremo insieme verso questo momento importante. Sicuramente ci sarà l’occasione di vivere i diversi giubilei, in particolare quello dei bambini, degli adolescenti e dei giovani, ma se all’inizio abbiamo scritto che le Alpi ci possono divedere dal resto della Svizzera, richiamo invece la bellezza di una fatica per collegarci con il resto del nostro Paese. Le strade del giubileo in Svizzera, per i nostri giovani, faranno tappa proprio a Lugano dal 2 al 4 maggio 2025 con la GMG nazionale. Un’occasione unica per la Diocesi di Lugano di vivere la comunità, la cura, l’adultità e la comunione; non di fermarci semplicemente alla domanda «Quo vadis?», ma scoprire che abbiamo accanto la presenza reale del Signore. Buon cammino giovane, buon cammino a te che ci accompagnerai su questa via.

* assistente di Pastorale Giovanile della diocesi di Lugano